Francesco Massimo De Luca avrebbe potuto festeggiare assieme al suo compagno di squadra Luca Segù il titolo tricolore GT4 della serie Sprint. Avrebbe... perché a privare il pilota romano della corona di campione italiano Gran Turismo proprio sulla sua pista di casa, nel conclusivo appuntamento di Vallelunga, quarto e appunto ultimo round della stagione, sono stati gli scarti.
Centododici punti: uno in più di quelli conquistati dall'equipaggio BMW formato da Francesco Guerra e Simone Riccitelli. Ma alla fine quelli reali, eliminando i due peggiori risultati di una stagione sicuramente straordinaria, sono stati 99, cinque in meno rispetto a quelli degli avversari.
Sul circuito capitolino, il binomio del team Nova Race aveva posto una serie ipoteca ad un epilogo favorevole della stagione nella prima gara di sabato, centrando con la Mercedes-AMG GT4 della squadra lombarda la terza vittoria 2020. Una vittoria che è arrivata dopo quelle del Mugello e di Monza, costruita prima da Segù, nel primo stint sempre in lotta con BMW e Porsche fino a lasciare la propria vettura al secondo posto di classe a De Luca. Il pilota laziale da parte sua è stato bravo a superare subito la Cayman di Paolo Gnemmi, approfittando in seguito di una doppia neutralizzazione per confermarsi al comando fino al traguardo, con la bandiera a scacchi esposta in regime di neutralizzazione.
Poi, al termine di una Gara 2 che ha rischiato di non prendere neppure il via per un autentico diluvio che ne ha fatto ritardare la partenza di un'ora, De Luca e Segù hanno concluso quarti di classe. Viceversa Guerra e Riccitelli sono andati a vincere. E alla fine per il binomio del team varesino è arrivato il secondo posto in campionato.
Si chiude pertanto un ottimo 2020 per De Luca, 24 anni compiuti a giugno, al suo primo anno nel Tricolore GT dopo le prime esperienze nella Mitjet Italian Series e una stagione e mezza tutta in crescendo nella Carrera Cup Italia, in cui nel 2019 aveva conquistato un miglior quinto posto proprio a Vallelunga.
Una stagione 2020, quella di De Luca e Segù, segnata da sei podi su otto, incluse appunto le tre vittorie, un secondo e due terzi posti. Peccato ovviamente per il titolo che è sfumato soltanto in extremis, ma ciò che conta in questo caso sono stati l'ottimo rendimento e la consapevolezza di avere dato sempre il massimo.